A SPASSO... NEL TEMPO

Le carrozze d’epoca costituiscono un universo incantevole, ricco di storia, tradizioni, di bravura da parte dei costruttori e di instancabile ricerca da parte di chi oggi si avvicina a questa realtà. Infatti, oltre a rappresentare uno spettacolo incomparabile per chi ha l’opportunità di poterle ammirare ed a suscitare intense emozioni in chi le guida, le carrozze d’epoca non possono fare a meno di risvegliare un forte interesse nella ricerca dei particolari, dell’origine, delle condizioni che ne hanno determinato la realizzazione. Le carrozze sono state mezzo di trasporto incontrastato fino all’avvento della ferrovia. I molteplici utilizzi hanno determinato diversificazioni tali, da poterle suddividere in tre grandi categorie: le carrozze sportive, a due ruote, quali il Gig ed innumerevoli tipi di Cart, a quattro ruote come per esempio i Phaeton, i Break, i Park Drag, ecc.; le carrozze signorili, guidate dal cocchiere quali il Landò, il Milord ed il Brougham o Brum; le carrozze di utilità, destinate a scopi particolari, tra i quali gli Omnibus, i Mail Coach, i Van, etc. 
Ma facciamo un passo indietro. La carrozza, primo veicolo dotato di sistema di sospensione della cassa o scocca dalle ruote, comparve e si sviluppò in Italia durante l’ultimo periodo del Rinascimento. Essa fu il risultato dell’evoluzione naturale che le carrette e i veicoli ad assali rigidi avevano subito, con successive modifiche, nel corso dei secoli precedenti. Non si conosce chi abbia ideato la carrozza moderna ma si sa che a Milano lavorarono i primi carrozzieri moderni. Essi, ispirandosi ad un veicolo che le antiche cronache sostengono arrivasse dal villaggio ungherese di Kotze, sul Danubio, da cui il termine italiano cocchio e quelli francesi e inglesi coche e coach, misero a punto una tecnica di costruzione che spesso raggiunse i livelli della esecuzione artistica. E come era accaduto per ogni prodotto del Rinascimento, gli artigiani italiani che si dedicarono alla carrozzeria non tardarono a dettare legge in tutta l’Europa. L’impiego e la diffusione del nuovo mezzo fu immediato. Solo a Milano, alla fine del ‘500, circolavano circa duemila carrozze. I costruttori lombardi ne produssero migliaia di esemplari, molti dei quali finemente e lussuosamente decorati. Ne sono testimonianza le superbe carrozze conservate nel museo Cluny, in quello di Lisbona e a Foggia…
A Foggia,  presso la sede dell’Ufficio d’Incremento Ippico, in via Romolo Caggese,  è possibile immergersi in questo meraviglioso mondo, visitando la mostra permanente delle carrozze d’epoca.  Infatti, il museo delle carrozze d’epoca,  si inserisce nell’ambito dei compiti istituzionali dell’Ufficio Incremento Ippico di Foggia,  recentemente ristrutturato. Nel suo interno si possono ammirare finimenti ed esemplari unici di carrozze a quattro e due ruote, la maggior parte delle quali risalenti al diciannovesimo secolo ed ancora oggi utilizzate con gli stalloni dell’incremento ippico: i cavalli Murgesi. 
I Murgesi appartengono ad una meravigliosa razza autoctona in via di estinzione che, grazie al lavoro di selezione coordinato dalla Regione Puglia, attraverso l’Ufficio di Incremento Ippico, interessa una popolazione di circa 1.800 fattrici, destinata pian piano ad aumentare. Di origini orientali, dal mantello nero luminoso, di notevole fisicità e prestanza, questi meravigliosi esemplari rappresentano il vanto dell’Istituto di Incremento Ippico di Foggia e della zootecnia di Puglia.

A cura di Rossella Rinaldi