Del Granaio Puglia, del Mulino, dell'Uomo solo al comando

A cura di Michele Polignieri

Il più mediterraneo dei desideri gastronomici, il Carattere marcatore più frequentemente usato nel mondo per indicare gli italiani detti, appunto, “mangiaspaghetti”, non poteva avere un interprete migliore: Nicola De Vita. Il suo successo non è nel presente, ne nel futuro e nemmeno nel passato perché la sua semola e le sue miscele sono la pasta.
Uno dei mugnai più lungimiranti che abbia conosciuto, un professionista capace di alzare l’asticella ben oltre la linea di galleggiamento che l’equazione del tornaconto definisce.

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Un industriale del grano capace di districarsi come uno stratega tra le tante insidie che le borse merci mondiali tessono al comparto agricolo con tattiche orientate all’ottenimento esclusivo del massimo profitto, ma anche capace di saper valutare il codice sensoriale di una semola e della sua derivata principale, fino alla precisa descrizione gusto olfattiva di un piatto di pasta.
Non è un pastaio, ma lo definirei un visionario atteso che la sua collocazione professionale lo incastra in un diagramma di flusso di beni alimentari, per molti solo merce, capace di convincere persino i critici più intransigenti con argomentazioni ben solide e, si capisce, ben metabolizzate.

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“La responsabilità grande nel nostro lavoro è sentirsi l’anello che unisce ciò che avviene in campagna all’insegna della naturalità e ciò che arriva sulle tavole dei consumatori. Per questo motivo ci mettiamo in gioco ogni istante con passione e disponibilità”.

Casalvecchio di Puglia – Due generazione di agricoltori, il nonno e il padre, e poi la voglia o il bisogno di fare qualcosa di più. E’ così che nasce il molino De Vita di Casalvecchio di Puglia del mugnaio Nicola De Vita. Il forte legame con un territorio particolarmente votato alla coltivazione di grano e cereali, e la volontà di valorizzarlo, stanno facendo la storia di questa piccola impresa familiare. Oggi il Molino è conosciuto sul territorio per le sue Semole biologiche, oltre alle Semole integrali ottenute da macinazione intera del chicco e Semole ottenute dalla macinazione del 100% di grano duro Italiano, oltre alla semola rimacinata, particolarmente adatta alla panificazione.

(Nicola De Vita da Cibo Vero, storie di passione per la terra, Giunti Editore 2012)

Il suo lavoro convince persino coloro che, tramite la pastificazione, hanno garantito il riscatto degli alimenti agricoli più popolari grani e farro, rispetto al miraggio carneo degli anni ’60 e ‘70. A Gragnano, infatti, lo conoscono bene, e per alcuni pastifici del luogo, le sue semole sono ormai un valore consolidato di incalcolabile valore, poiché plasmate dalla necessità di garantire, in primis, qualità e Sicurezza Alimentare e si muovono nel mercato con la stessa autorevolezza del solido cantilenare dei vecchi cerealicoltori meridionali quando indicano strade alle nuove generazioni.

Artefice con Granoro della prima filiera corta pugliese di pasta, chiamata appunto “dedicato”, ha mantenuto onori ed oneri sin dal suo esordio, nel 2012 al Salone del Gusto quando, con il petto gonfio di gioia, Marina Mastromauro ne annunciò l’esordio dai tavoli del lussuoso stand fieristico che la Regine Puglia aveva appunto acquistato al Lingotto di Torino. Dopo la conferenza di presentazione alla presenza del Governatore Nichi Vendoal da un lato, e Dario Stefàno ed Oscar Farinetti dall’altro, la mia amica Antonella Millarte, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, si impegnò magistralmente a sostenerne gusti e profumi con geniali invenzioni didattiche e teatrali, che solo lei poteva inventarsi.

Se oggi mi sento di individuare un imprenditore agroalimentare con cui poter condividere il motto “solo cio’ che non uccide , nutre”, questo è Nicola, primo fra i tanti a comprendere che la precisa gestione aziendale non deve essere disgiunta da un profondo senso di appartenenza e di empatia nei confronti della natura e dei consumatori ; e se poi gli senti recitare a memoria il regolamento comunitario che definisce i limiti di micotossine dei frumenti utilizzabili per poter realizzare pasta per bambini (Reg. Ce 1881/2006), di cui solo Plasmon fino a poco tempo ne era interprete, la tranquillità e la soddisfazione per averlo così presente in una attività produttiva tanto delicata, diventa enorme.